Cos’è il compromesso di vendita immobiliare?

compromesso di vendita immobile

Oggi parliamo nel blog di uno dei momenti più importanti della compravendita di un immobile: il compromesso. Si tratta di un documento in cui compratore e venditore si impegnano a concludere l’affare prima del rogito.

In Housefy sappiamo bene quanto questo momento sia delicato per entrambe le parti, per questo motivo i nostri esperti immobiliari accompagnano ogni compratore e venditore a stipulare nella forma corretta prima la proposta di offerta e poi il contratto preliminare. Vediamo nel dettaglio come funziona il processo.

Chi tutela un contratto preliminare di vendita?

Perché sia valido il contratto preliminare di compravendita immobiliare deve essere messo per iscritto, firmato da entrambe le parti, e registrato all’Agenzia delle Entrante entro 20 giorni dalla stipulazione.

Il compromesso preliminare si firma da una parte per tutelare l’acquirente da eventuali ipoteche o pignoramenti sull’immobile, e dall’altra parte per la tutela del venditore a concludere l’affare. Perché sia valido il compromesso deve essere trascritto nei registri immobiliari dopo esser stato registrato.

Firmando il compromesso di vendita immobiliare le parti sono giuridicamente vincolate all’acquisto e alla vendita della proprietà. Cioè si impegnano legalmente a sottoscrivere il contratto definitivo di compravendita dell’immobile, che renderà ufficiale il passaggio di proprietà.

Contratto preliminare di compravendita e proposta d’acquisto

Prima di firmare il compromesso di vendita dell’immobile normalmente si stipula una proposta d’acquisto, che impegna soltanto il compratore. L’acquirente, attraverso la proposta d’acquisto, versa una caparra. Mentre il venditore rimane libero di valutare altre offerte.

Quando il venditore accetta la proposta d’acquisto allora si passa a stipulare il contratto preliminare di compravendita in cui entrambe le parti si impegnano ad andare al rogito.

Garanzie da verificare nella fase preliminare

Il contratto preliminare dell’immobile prevede una serie di controlli sulla sulla casa e sul venditore al fine di tutelare l’acquirente.

  • Verifica del venditore. Si accerta che il venditore sia proprietario dell’immobile che sta vendendo, attraverso l’esame dell’atto di acquisto. In questa fase si ricostruiscono i vari passaggi della casa e i precedenti proprietari.
  • Condominio. Se l’abitazione si trova all’interno di un condominio, si verifica se sono state pagate tutte le spese di manutenzione prima di metterlo in vendita.
  • APE. Si verifica che l’attestato di prestazione energetica sia aggiornato ed in corso di validità.

Tempistiche per arrivare al rogito

preliminare vendita immobile

Nel compromesso preliminare di vendita dell’immobile oltre ai dati della proprietà (indirizzo e dati catastali, il prezzo e le planimetrie) e a quelli anagrafici delle parti, deve essere indicato il termine di vendita.

Ciò significa che nel contratto preliminare si inserisce la data a partire dalla quale è possibile effettuare il rogito, firmando così il contratto di compravendita definitivo dell’immobile in questione. Le scadenze sono frutto dell’accordo tra le parti.

I costi del compromesso preliminare di vendita della casa

Abbiamo detto che perché sia valido il contratto di compresso preliminare di vendita deve esser registrato all’Agenzia delle Entrate. Ma la sola registrazione non basta per tutelare il compratore da eventuali pignoramenti, ipoteche o da vendite ad altri acquirenti. Per esser vincolante alla compravendita deve necessariamente esser trascritto da un notaio.

Vediamo i costi delle operazioni. Per la registrazione del contratto preliminare si paga:

  • Imposta di registro di 200 euro
  • imposta di bollo pari a 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe.

Mentre per la trascrizione del compromesso eseguita dal notaio, i costi sono:

  • Imposta di bollo di 155 euro
  • Imposta ipotecaria di 200 euro
  • Tasse ipotecarie di 35 euro
  • Parcella del notaio

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